Chi apre un profilo su TikTok spesso cade nella trappola di chiedersi quale sia la formula segreta per diventare virale, senza rendersi conto che la domanda è sbagliata. Inseguire la viralità significa abbandonare la strategia per rincorrere un numero che non genera alcun valore reale.
Un contenuto da un milione di visualizzazioni non cambia la percezione del brand, non consolida la reputazione e non converte in clienti. È il fast food del digitale: riempie per un attimo, ma non nutre. Nel marketing, puntare esclusivamente alle views equivale a sacrificare la coerenza, l’autorevolezza e la credibilità che sono invece i pilastri di una presenza duratura.
Posizionamento: la vera moneta digitale
Il vero obiettivo per un creator o per un brand non può essere la viralità, bensì il posizionamento. Significa individuare la propria unicità, scegliere le macro-tematiche da presidiare e definire un tono di voce coerente con la propria identità. Non si tratta di chiedersi “come ottenere il picco di views?”, ma “per cosa voglio essere ricordato?”.
Una direzione chiara è l’unico strumento che permette di costruire una community solida, attrarre persone realmente interessate e generare un seguito che vada oltre l’episodio isolato. In questo modo, la viralità diventa un effetto collaterale di una strategia coerente, non un obiettivo da inseguire compulsivamente. E riuscire a spiegarlo ad un cliente è un problema non da poco, me ne rendo conto.
Gli errori di chi rincorre le visualizzazioni
Chi vive con l’ansia della viralità tende a trascurare le regole fondamentali del marketing digitale e scambia un picco di numeri per una vera strategia. La realtà è che ogni exploit improvviso porta con sé più rischi che opportunità.
Un contenuto che esplode in modo isolato non solo non costruisce una base solida, ma può addirittura danneggiare la percezione generale del profilo. Nel lungo periodo, questa rincorsa produce incoerenza, frammentazione e perdita di autorevolezza. Per comprendere meglio il problema, conviene osservare i tre errori più diffusi di chi insegue ossessivamente le views:
- Illusione del numero: attribuire valore a un singolo contenuto da un milione di visualizzazioni, dimenticando che se la media resta molto più bassa, il risultato non ha alcun peso strategico.
- Effetto confronto: esaltarsi per un picco isolato rischia di penalizzare l’immagine generale, perché i contenuti successivi sembrano irrilevanti se messi a confronto con quello più performante.
- Mancanza di credibilità: credere che i brand si lascino sedurre da un exploit virale è un errore, perché ogni azienda valuta coerenza, costanza e capacità di mantenere standard elevati nel tempo.
- Perdita di focus tematico: inseguendo trend casuali, il creator pubblica contenuti scollegati che minano la coerenza narrativa e indeboliscono il posizionamento. La community perde fiducia perché non ritrova più l’identità che l’aveva attratta.
- Erosione della motivazione personale: basare il proprio valore solo sulle visualizzazioni porta a frustrazione, cali di creatività e burnout. La produzione diventa compulsiva e il pubblico percepisce la mancanza di autenticità, riducendo interesse e coinvolgimento.
Costanza, questo è il vero algoritmo che premia
La crescita su TikTok non è il risultato di magie algoritmiche, ma di costanza. Pubblicare con regolarità, mantenere fedeltà al proprio stile e non tradire l’identità per assecondare trend momentanei è la sola strada percorribile per chi desidera costruire credibilità nel tempo. È un processo simile all’allenamento sportivo: non basta un picco di numeri, serve disciplina quotidiana.
La meritocrazia dei social non premia chi indossa la maschera del clown digitale, ma chi investe nella coerenza e nella qualità, accettando che i risultati arrivino gradualmente. Alla fine, la viralità può far sorridere per un istante, ma soltanto la costanza consegna un brand a una memoria duratura e riconoscibile.