Conteggio parole? Google se ne frega, e dovresti farlo anche tu

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Quando si parla di SEO, pochi argomenti creano più confusione del conteggio delle parole. Quanti articoli, post e discussioni online suggeriscono che per classificarsi bene su Google servano almeno 1.000, 2.000 o persino 3.000 parole? Eppure, Google, tramite le dichiarazioni di John Mueller e altri esperti, ha ribadito più volte: il numero di parole non è un fattore di ranking.

Cosa dice Google sul conteggio parole?

John Mueller ha recentemente chiarito su Mastodon che gli algoritmi di Google non considerano il numero di parole per sezione o il conteggio totale delle parole di una pagina. “Non è un fattore SEO”, ha affermato senza lasciare spazio a dubbi. Ha aggiunto che per gli utenti può avere senso strutturare i contenuti in modo leggibile, ma questo è un discorso legato all’esperienza utente, non alla SEO.

Inoltre, Mueller ha risposto su Bluesky a una serie di screenshot che mostrano come diversi strumenti SEO riportassero conteggi di parole differenti per la stessa pagina. Ha dichiarato: “Ecco perché il conteggio parole in sé ha poco senso.” Questo sottolinea ulteriormente quanto l’attenzione dovrebbe essere spostata dalla quantità alla qualità.

This is also why word-count itself makes so little sense.

— John Mueller (@johnmu.com) 16 gennaio 2025 alle ore 16:43

Danny Sullivan, Google Search Liaison, ha sottolineato lo stesso concetto: non esiste un conteggio ideale di parole per posizionarsi bene su Google. La lunghezza di un articolo deve essere adeguata al pubblico, non dettata da regole arbitrarie.

L’esperienza utente è la chiave

La leggibilità è il vero obiettivo. Scrivere un articolo lungo solo per riempirlo di parole è una pessima strategia. Google vuole premiare i contenuti utili, non le pagine gonfiate da inutili giri di parole. Mueller ha spiegato che, più che puntare su un numero magico, è fondamentale:

  • Rispondere alle domande degli utenti.
  • Evitare il fluff, ovvero i contenuti inutilmente diluiti.
  • Strutturare i testi in modo chiaro e leggibile.

Insomma, un articolo di 500 parole può essere più utile e performante di uno di 2.000 parole se offre risposte precise e ben organizzate.

Perché i tool SEO spesso si concentrano sul conteggio parole?

Molti strumenti SEO offrono metriche legate al conteggio parole, creando confusione tra i meno esperti. Come mai? Perché analizzano i contenuti già classificati e spesso notano una correlazione tra articoli più lunghi e un buon ranking. Ma, come ha chiarito John Mueller, correlazione non significa causalità. La lunghezza è una conseguenza del fatto che articoli più dettagliati rispondono meglio alle domande degli utenti, non un fattore diretto di ranking.

Come sempre: qualità batte quantità

L’ossessione per il conteggio parole è superata. Concentrarsi su contenuti utili, chiari e ben strutturati è ciò che realmente conta. Non lasciarti ingannare dai numeri: la qualità è la vera regina della SEO. Ricorda, Google non legge il tuo articolo con il conta-parole alla mano, ma con l’intento di offrire risposte utili agli utenti. Scrivi per le persone, non per gli algoritmi.

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